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astor piazzolla “ospite” del disco d’esordio dei kantango.
nell’album anche un inedito con joe barbieri. |
nessuno pensi a qualche dubbio esperimento di spiritismo. ma nel primo disco dei kantango (dal titolo “másidiomás”, in uscita a maggio) si può ascoltare la voce del maestro argentino. nel brano "libertango", infatti, emerge cristallino il vivo racconto di piazzola che – ritmicamente inframmezzato a sintetizzatori, contrabbassi e suoni elettronici – ci illustra quelle che negl’anni ‘50 sono state le sue difficoltà a cambiar volto a un genere, così immutabile nell’argentina dell’epoca, come il tango.
è con questo omaggio che si chiude “másidiomás”, nel quale i kantango (antonio fresa, armand priftuli, giacomo pedicini e sasà piedepalumbo) rendono omaggio a tutte le declinazioni di un genere forse mai come ora amatissimo. “másidiomás” può essere quindi a ragione considerato come un manifesto dell’essenza del tango del terzo millennio, con tutte le sue sfaccettature più diverse e le sue coniugazioni più ardite. ascoltando i tredici brani che compongono l’album – e che riuniscono nella stessa “casa” brani del già citato piazzolla, ma anche autori lontani come petrucciani e thielemans – si ha infatti l’impressione di ascoltare letteralmente il tango tradotto in tredici linguaggi musicali differenti.
tra questi vanno particolarmente segnalate le due partecipazioni vocali: quella della cantante basca maria berasarte (che interpreta la napoletanissima “indifferentemente”), e quella di joe barbieri, che per l’occasione scrive e interpreta una toccante ballata dal titolo “normalmente”.
(16.3.06)
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