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per una volta non vi segnaliamo una notizia, ma vi invitiamo a leggere le parole di chi ha assistito al magico set acustico di joe barbieri a roma. |
si vive anche di queste emozioni, anzi soprattutto di queste emozioni, delle parole sincere e traboccanti di chi ‘intercetta’ la musica di uno dei nostri artisti. lo scorso 27 aprile, joe barbieri ha regalato al pubblico romano del the place un performance intensissima per sola chitarra e voce. ci sono stati segnalati alcuni commenti apparsi sulla community ‘microclima’ e – non ce ne vogliano gli autori – abbiamo deciso di riportarne uno qui di seguito, unitamente alle ‘trabordanti’ e splendide parole di antonio pascuzzo, co-ideatore della rassegna ‘roma di amilcare’ (all’interno della quale joe si è esibito, divenendo eccezione alla regola che vuole i partecipanti alla sopraccitata manifestazione, con sulle spalle almeno una partecipazione al club dei club, ovvero al club tenco) e direttore artistico del gioiello votato alla musica italiana d’autore che sta diventando il the place. spero vi divertirà leggere queste righe così sincere e spontanee, allo stesso modo in cui ha profondamente divertito noi. buona lettura.
“ti risparmio l'agitazione da "oddio non arrivo in tempo" ma, insomma, verso le undicemmezzo joe viene invitato sul palco. applausi che finiscono troppo presto, troppo: non si è ancora accomodato, non ha ancora salutato. ripartono applausi dalla curva di microclima (ben rappresentata da 5 individui: oltre al sottoscritto c'era il pacioso giulio e amico sciroccato e simpatico, peppe sempre carino e timido, paolo, ironico ed enigmatico come al solito). joe guarda corrucciato la sala. e' piccolino, non me lo aspettavo così: orecchino al naso, capelli rasati, occhi celesti, timido. imbraccia la sua chitarra, imbarazzato e teso, con movimenti scattanti da "adesso suono mbress mbress e poi me ne vado" e inizia con un pezzo inedito, una lenta bossa nova che affascina, un po' stile "sono una grondaia" ma con una struttura più complessa. e' un bellissimo brano. rimaniamo tutti colpiti sia dalle parole che dalla musica. poi prosegue con pezzi del suo ultimo cd: ricordo leggera, in questo preciso momento, stella di prima grandezza, sia, microcosmo, ambra e in fine la nuda verità (ottimo per salutarci: "vado, senza il tuo saluto..."). applausi sempre più convinti, urletti da stadio. siamo in pochi ma facciamo calore. ed è evidente nei suoi occhi la piacevole sorpresa della bella serata. ce lo dice, non se lo aspettava proprio, anche per lui è una serata speciale. quando chiude non vorremmo lasciarlo andare, gridiamo "ancora" ma ormai è salito sul palco il presentatore, che sottolinea la magia che la musica è riuscita a creare in questa mezz'ora di note/parole/espressioni/assoli (e dice qualcosa di simpatico a proposito dell'amico di giulio che si è goduto il concerto come un mandrillo, stravaccato nei divanetti...).
e poi l'ulteriore sorpresa: durante la pausa tra il concerto di joe e quello del cantante successivo, paolo-hagazussa individua tra la gente una sua amica, che gli dice di essere una carissima amica di joe! (poteri della strega hagazussa... non si smentisce mai!) e a quel punto non può evitare di presentarcelo. gli stringo la mano, calda e forte: contrasta con la sua timidezza. ci avviciniamo e gli dico che noi siamo di microclima, che ci conosce già, ci siamo anche scritti. e infatti ci guarda, è sorpreso, sorride, parla di balè, ricorda le email e in particolare il patchwork che gli mandò tempo fa, con i nostri commenti... ridacchia ripensando a una mia descrizione di quando, ascoltandolo, mi viene una pelle d'oca talmente rigida che potresti grattugiarci una noce moscata. mi chiama "mitico gno". sono sorpreso, piacevolemente sorpreso che si ricordi di me, seppure per questa piccola cosa. ci parliamo un po': dice, diciamo, è imbarazzato, lo siamo anche noi. sorride, non sa bene come mettere le mani e le braccia. si gratta in testa, io mi agito e cerco di trovare argomenti, immagino il mio viso teso nel sorriso-imbarazzo e non so rilassarmi. parliamo dei suoi prossimi progetti, io spingo per sapere quando uscirà il nuovo album... e' un dialogo ad ostacoli, timidezze e sorrisi sinceri. poi lo lasciamo andare, che immagino che avrà persone con cui parlare, amici, colleghi. ci saluta. paolo mi guarda: "sei felice?" "certo, felicissimo" rispondo io. ed è vero, nonostante l'imbarazzo, nonostante sia consapevole che avrei potuto essere più sciolto. ma per me è già tanto aver potuto conoscere una persona così.
il resto della serata lo trascorriamo mangiando e conversando, mentre joe è con i suoi amici napoletani, gente come noi, forse incredula della popolarità del loro amico.”
gno
“ci sono artisti come joe barbieri che salgono sul palco con la sola chitarra… magica… e nascondono da qualche parte le armonie di una orchestra filarmonica.
personalmente posso dire di aver ascoltato prima un disco molto intenso e suggestivo, ma dal vivo ho realizzato, come anche un disco cosi bello non renda sufficiente giustizia ad un artista in grado di calcare il palco con leggerezza e accompagnare per mano il pubblico alla riscoperta di armonie, suoni e sensazioni che temevamo estinte nella musica italiana.
ascolto con doverosa attenzione centinaia di dischi e 250 concerti all'anno, joe barbieri e' talento puro, artista completo nella scrittura, nell'armonizzazione, nella calda interpretazione, nella placida consapevolezza della maturita' artistica.”
antonio pascuzzo (direttore artistico the place, co-organizzatore ‘roma di amilcare’)
(30.04.05)
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